Canti tradizionali di questua collegati al ciclo annuale della vegetazione, le Befanate si eseguono alla vigilia dell’Epifania a partire dell'imbrunire fino a notte fonda.
Molto radicati nella tradizione, questi canti, appartenenti al mondo agrario, sono diffusi in molte regioni. In Toscana, in particolare in Garfagnana, si connotano come riti di propiziazione per l’inizio del nuovo ciclo stagionale e si celebrano tutt'oggi secondo un preciso “rito”, che subisce in alcuni casi varianti coreografiche o relative al numero di componenti.
La sera del 5 gennaio il gruppo dei Befani, ovvero dei cantori, si riunisce in un luogo stabilito come punto di partenza per effettuare il giro per il paese, che di solito inizia dai casolari più lontani del paese.
Guidata da uno strumento, che un tempo era il violino o l’organetto (ancora usato nel borgo di Càlomini, Molazzana) e attualmente la fisarmonica,la chitarra o la banda del paese, la Befana da sola o con il Befanotto(il suo consorte) si reca davanti alla porta di ciascuna casa accompagnata dai cantori.
Il testo dei canti, in questa zona, è costituito a livello stilistico sempre da quartine di ottonari e a livello tematico può essere generale, di attualità politica, sociale oppure concepito ad personam.
A differenza di altri luoghi la Befana è qui interpretata da un uomo travestito da donna, come vuole la tradizione.