Conosciuto anche come prosciutto contadino, è un prodotto a rischio di produzione (ogni anno se ne producono 600kg) e si trova in tutti i comuni della Garfagnana e della Valle del Serchio anche se le più importanti norcinerie sono a Ghivizzano, Sillano e Piazza al Serchio.

Venduto per il 50% nella zona di produzione, per il 20% in Toscana e per il 30% nel resto d'Italia, viene acquistato principalmente da ristoratori, negozianti di prodotti tipici e aziende agrituristiche.

Le materie prime impiegate sono cosce di maiali pesanti (circa 15-18 kg), in quanto macellati dopo il raggiungimento di minimo 200 chili di peso.

Il nome deriva dalla forma tipica del prosciutto rifilata con una leggera bazza, il colore è rosso intenso con piccole infiltrazioni di grasso e il gusto è intenso anche se delicato.

La produzione del prosciutto bazzone risale all'antichità:si hanno, infatti, notizie già alla fine del XIX secolo, quando la macellazione avveniva nelle case private durante il periodo invernale.

Ancora oggi la forma e il peso, una volta dovuti all'esigenza di avere una quantità di prosciutto tale da sfamare le famiglie allora molto numerose, e il processo produttivo sono rimasti identici alla tradizione.